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Nuova stagione influenzale al via: le raccomandazioni per prevenirla

Anche quest’anno, con il riscontro del primo caso accertato a Parma in una bimba di 6 anni alla fine di settembre, la stagione influenzale è ufficialmente iniziata. Anche se impiegherà un po’ di tempo a entrare nel vivo, complici le temperature ancora miti che non permettono ai virus di moltiplicarsi e diffondersi con efficienza, non ci si deve sentire troppo al sicuro. Tra poche settimane, la situazione sarà ben diversa e la probabilità di ritrovarsi a letto con febbre alta, raffreddore, tosse, malessere generale e dolore alle ossa sarà decisamente elevata per tutti.
Le previsioni degli esperti dicono che ad ammalarsi saranno circa 6 milioni di italiani e che i virus in circolazione saranno particolarmente aggressivi. Per evitare i disagi e i rischi di complicanze associati al più classico e frequente dei malanni invernali, il ministero della Salute e tutte le istituzioni sanitarie a livello internazionale raccomandano, come ogni anno, l’assunzione del vaccino antinfluenzale stagionale, efficace e sicuro a tutte le età (a partire dal 6° mese di vita) e in qualunque categoria di persone, compreso il periodo della gravidanza e dell’allattamento (salvo specifiche controindicazioni individuali estremamente rare).
La vaccinazione è particolarmente importante per gli anziani (over65 anni), le persone affette da patologie croniche di tipo respiratorio (asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva-BPCO, fibrosi cistica ecc.), cardiocircolatorio (insufficienza cardiaca, coronaropatie, fibrillazione atriale ecc.), metabolico (diabete ecc.), del sangue (disturbi della coagulazione, anemie ecc.) o del sistema immunitario (immunodeficienza congenita o acquisita), nonché tumori, malattie infiammatorie croniche intestinali (colite ulcerosa, malattia di Crohn ecc.) e/o malassorbimento, insufficienza renale o epatica e altre condizioni che aumentano il rischio di complicanze severe (polmoniti, scompensi respiratori e cardiometabolici, encefaliti ecc.) e la mortalità da influenza.
In tutti questi casi, così come in gravidanza, a chi svolge professioni a contatto con il pubblico, ad alto rischio di trasmissione dei virus e/o di pubblica utilità (personale sanitario, veterinari, allevatori, forze dell’ordine ecc.) e ai donatori di sangue, il vaccino antinfluenzale è offerto gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il resto della popolazione dovrà pagarlo di tasca propria, ma a un costo di pochi euro, sicuramente inferiore a quello dei farmaci che sarebbero necessari per tenere sotto controllo i sintomi influenzali.
I preparati oggi disponibili per la vaccinazione antinfluenzale sono numerosi, presentano caratteristiche differenti e possono essere tri-valenti (ossia in grado di proteggere da tre tipi di virus) o quadri-valenti (ossia in grado di proteggere da quattro tipi di virus). Quelli trivalenti indicati per la stagione 2019-20, sulla base delle tipologie di virus che si prevede avranno la maggiore diffusione nei prossimi mesi, contengono i seguenti antigeni: A/Brisbane/02/2018 (H1N1)pdm09; A/Kansas/14/2017 (H3N2); a B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87). In aggiunta, i vaccini quadrivalenti disponibili in Italia contengono come quarto antigene B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata).
Il vaccino da assumere va sempre concordato con il medico di famiglia o, nel caso dei bambini, con il Pediatra di libera scelta, che si farà carico anche della sua somministrazione attraverso un’innocua iniezione sottocute nella parte alta del braccio o, per i più piccoli, nella coscia (in alternativa, ci si può rivolgere al Centro vaccinale più vicino). Per non essere presi in contropiede dai virus prima di aver sviluppato una protezione immunitaria sufficiente (servono circa 15 giorni dopo la somministrazione del vaccino), è consigliato vaccinarsi tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre o, comunque, entro la metà di dicembre (anche in considerazione del fatto che i festeggiamenti natalizi sono ad altissimo rischio di contagio). Tuttavia, se non ci si è già ammalati prima, si può assumere il vaccino anche all’inizio di gennaio.
Oltre al vaccino stagionale, per ridurre il rischio di contrarre l’influenza e gli altri malanni di stagione veicolati da virus e batteri, è importante rispettare ben note e collaudate norme igieniche e di prevenzione pratica. Ossia: lavare le mani spesso, con acqua e sapone o preparati disinfettanti; evitare di toccare naso, bocca e occhi con mani non perfettamente pulite; limitare la permanenza in luoghi chiusi affollati (mezzi di trasporto e uffici pubblici, cinema, teatri, negozi, palestre ecc.); evitare di stare vicino a persone con sintomi respiratori sospetti o già ammalate; supportare le difese dell’organismo attraverso dieta sana (comprendente cibi freschi ricchi di vitamine e antiossidanti), buona idratazione (1,5-2 litri di liquidi al giorno), sonno sufficiente, attività fisica moderata, evitando il fumo e lo stress; aerare spesso le stanze in cui si soggiorna, soprattutto se ci sono familiari o colleghi di lavoro con sintomi da raffreddamento.
Fonti: EpiCentro-Istituto Superiore di Sanità (ISS) (www.epicentro.iss.it/influenza/Raccomandazioni-Ministero);  Ministero della Salute – portale Influenza (www.salute.gov.it/portale/influenza/homeInfluenza.jsp)

Influenza: diffusione e prevenzione. Vaccinarsi è opportuno?

Se avete avuto la fortuna di non esservi ancora ammalati, non è il caso di sfidare ulteriormente la sorte. Meglio pianificare al più presto la vaccinazione antinfluenzale stagionale, per essere pienamente protetti dagli anticorpi specifici contro i virus prima dell’arrivo del Natale, quando il freddo più intenso e i molteplici contatti ravvicinati tipici delle festività aumenteranno notevolmente la diffusione dei virus.

A riguardo, va ricordato che il vaccino antinfluenzale stagionale, acquistabile in farmacia e somministrabile da parte del medico o di un infermiere con un’iniezione sottocute nella parte superiore del braccio o della coscia (del tutto indolore), è vantaggioso per tutti perché è sicuro, sostanzialmente privo di effetti collaterali e in grado di proteggere completamente (o gran parte) dai disagi associati all’influenza e dalle sue complicanze (in particolare, sindromi da distress respiratorio acuto e polmoniti).

Può essere, quindi, assunto in tutta serenità da bambini, adulti, anziani e donne in gravidanza e deve essere usato soprattutto da chi presenta patologie che aumentano il rischio di complicanze (anche con esito infausto) in caso di influenza (cardiopatie, malattie respiratorie croniche, diabete, ecc.), da chi svolge attività lavorative a contatto con il pubblico e/o con persone fragili/a rischio (medici, infermieri, ristoratori, commessi, veterinari ecc.), nonché da persone con mansioni di pubblica utilità (personale delle aziende di trasporto pubblico, forze dell’ordine, pompieri ecc.).

L’influenza di quest’anno vi sembra ancora troppo poco diffusa e non abbastanza severa da giustificare il ricorso al vaccino? Non illudetevi. Questo avvio in sordina, simile quello dell’anno scorso, è dovuto essenzialmente al persistere di temperature ambientali medie un po’ più alte di quelle attese per la stagione. Pochi gradi in più sul termometro costituiscono un significativo freno alla diffusione e all’aggressività dei virus influenzali, che non mancheranno tuttavia di attivarsi in massa all’arrivo dell’inverno vero. Quindi, meglio essere preparati.

L’assunzione del vaccino tutela dai virus influenzali più diffusi in una determinata stagione (ottobre-marzo di ogni anno), ma non da tutte le possibili tipologie di virus respiratorio in circolazione, di norma, fortunatamente, meno dannose per l’orgasnismo. Quindi, anche se vaccinati contro l’influenza, si potrà comunque essere interessati da raffreddore, febbre, mal di testa, ma di gola e tosse, nonché, a volte, da nausea e vomito.

Per ridurre il malessere e guarire in fretta, la cosa più importante è restare a riposo (preferibilmente a letto, se c’è febbre) per dar modo al sistema immunitario di combattere i virus con la massima efficienza. I farmaci antifebbrili e antinfiammatori non steroidei (FANS) possono essere usati per ridurre i sintomi (con parsimonia e rispettando le indicazioni di trattamento presenti sul foglietto illustrativo), se non sussistono controindicazioni specifiche evidenziate dal medico.

Gli antibiotici, invece, in caso di comune influenza o sindromi influenzali vanno evitati perché questi farmaci, oltre a essere del tutto inattivi contro i virus, indeboliscono l’organismo, riducendo la sua capacità di recupero spontaneo. Se insorgeranno complicanze batteriche tali da renderli necessari, sarà il medico a prescriverli, precisando anche quando assumerli, a che dosaggio e per quanto tempo: tutte indicazioni che dovranno essere seguite fedelmente, senza eccezioni.

Fonti

  • Ministero della Salute – Influenza (http://www.salute.gov.it/portale/influenza/homeInfluenza.jsp)
  • InfluNet – Istituto Superiore di Sanità (https://old.iss.it/site/RMI/influnet/pagine/rapportoInflunet.aspx;

 

 

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