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Come andare in pensione ed essere felici

C’è chi la sogna per anni, pensando che non arriverà mai, e c’è chi, dopo averla a lungo attesa, si ritrova a viverla con un certo smarrimento. Perché andare in pensione significa cambiare radicalmente i propri ritmi di vita, le relazioni sociali, il modo di percepire sé stessi in rapporto al mondo e, non ultimo, prendere atto del fatto che si è invecchiati e che questo invecchiamento è riconosciuto per legge. Vivere bene il momento del pensionamento e godere fino in fondo del tempo e della maggiore tranquillità che concede è possibile, ma bisogna sapere come fare, quali errori non commettere e su quali aspetti puntare. Provate questo quiz per vedere se siete dei potenziali “pensionati modello” e per trarre qualche spunto utile per diventarlo.

Calcolatori di rischio cardiovascolare su misura

Ormai da oltre un ventennio i cardiologi hanno messo a punto algoritmi per calcolare il rischio cardiovascolare, ossia la probabilità che una persona possa essere vittima di un infarto cardiaco o di un ictus cerebrale nei 5-10 anni successivi e pianificare, in base all’esito, strategie preventive e terapeutiche finalizzate a ridurla al minimo.

Di pari passo con il miglioramento delle conoscenze, gli algoritmi sono stati periodicamente rivisti e perfezionati per rendere la stima del rischio sempre più precisa, ma finora il sistema di calcolo utilizzato era sostanzialmente univoco e condiviso a livello internazionale. Al più, era previsto l’utilizzo di parametri un po’ diversi in Europa e negli Stati Uniti, in considerazione delle differenti caratteristiche medie della popolazione e dei diversi approcci preventivi.

Sulla scorta degli insegnamenti della medicina personalizzata, oggi si è compreso che per valutare correttamente il rischio cardiovascolare e ottimizzare le indicazioni di stile di vita e le terapie farmacologiche è cruciale impiegare calcolatori differenti nelle diverse categorie di pazienti, tenendo conto dell’età (in particolare, superiore o inferiore a 70 anni), della presenza di diabete di tipo 2 (malattia che moltiplica di 2-4 volte il rischio di malattie cardiovascolari rispetto a quello delle persone non affette), di malattie cardiovascolari concomitanti (per esempio, fibrillazione atriale o insufficienza cardiaca) o di una storia di eventi acuti (infarto miocardico o ictus cerebrale/TIA), nonché di ulteriori patologie (come l’artrite reumatoide) e delle terapie necessarie per trattarle, che possono aumentare il rischio cardiovascolare globale.

Per facilitare medici e pazienti nell’accesso e nell’uso corretto di questi algoritmi, un gruppo internazionale di esperti afferenti a diversi Centri clinici e universitari e società scientifiche dell’area cardiovascolare hanno sviluppato U-PREVENT : un sito web liberamente consultabile (in inglese e olandese) da tutte le persone interessate a calcolare il proprio rischio cardiovascolare, quello di un familiare o, nel caso dei medici, dei pazienti seguiti.

Per i pazienti, disporre di un sistema semplice per conoscere il proprio rischio cardiovascolare è importante per capire quando è il caso di rivolgersi al medico ed essere stimolati a seguire fedelmente i suoi consigli preventivi e di trattamento. Ma il sistema U-PREVENT è ancora più utile per i medici, poiché le indicazioni fornite dall’algoritmo sono basate sull’integrazione di tutte le migliori evidenze scientifiche ottenute negli studi clinici ed epidemiologici e permettono di definire per ciascun paziente, su base personalizzata, la strategia migliore per tutelarlo da eventi cardiovascolari.

Oltre che per calcolare il rischio cardiovascolare a 5 o a 10 anni, U-PREVENT può essere sfruttato per stimare l’effetto preventivo delle principali terapie farmacologiche (in particolare, farmaci antipertensivi, ipocolesterolemizzanti e antitrombotici, nel caso di persone non diabetiche), permettendo così ai medici di valutare quali trattamenti singoli o in combinazione possono proteggere meglio il paziente negli anni successivi e in che misura.

In aggiunta, il sito fornisce fonti della letteratura e materiale educazionale a supporto di una migliore comprensione dei calcolatori, del loro impiego e del loro significato, suddivisi secondo i profili dell’utilizzatore, ossia paziente, medico o ricercatore. Se a usare spontaneamente U-PREVENT è il paziente e il risultato evidenzia un rischio cardiovascolare non trascurabile, il consiglio è di rivolgersi sempre al medico di fiducia per un’interpretazione competente dell’esito e gli eventuali approfondimenti del caso.

Fonte

Rossello X et al. Risk prediction tools in cardiovascular disease prevention. Eur J Prev Cardiol 2019; doi:10.1177/2047487319846715 (https://www.escardio.org/The-ESC/Press-Office/Press-releases/Predicting-how-long-you-can-live-in-good-health)

Mantenersi in forma senza palestra?

Odiate la palestra, non praticate nessun tipo di sport in modo continuativo, ma volete perdere qualche chilo e mantenervi in forma? Buona notizia: si può. Basta muoversi ogni giorno e fare del movimento uno stile di vita. I modi sono molti: alcuni facili da intuire, altri meno; spesso divertenti, a volte decisamente piacevoli. Eccone alcuni. Ma per ottenere effetti apprezzabili ricordatevi anche di seguire un’alimentazione sana e bilanciata.

 

Obesità, malattia o scelta?

Nel 2013, l’American Medical Association (AMA) ha dichiarato l’obesità una malattia, che richiede una serie di interventi per promuoverne la prevenzione e il trattamento.

Cinque anni dopo, gli operatori sanitari statunitensi non ne sono ancora del tutto consapevoli: lo rivelano i sorprendenti risultati di un sondaggio condotto per Medscape, il noto portale di medicina.

Alla domanda se l’obesità sia da considerare una malattia, solo il 57% degli intervistati ha risposto affermativamente e più di un terzo degli operatori sanitari non la ritiene uno stato patologico, percentuale che è ancora maggiore tra i medici di base.

Secondo gli esperti, il perdurare di questa convinzione è un ostacolo nell’affrontare definitivamente una situazione che sta raggiungendo proporzioni pandemiche: «E’ ora che riconosciamo l’obesità come una malattia, – afferma l’endocrinologo Akshay Jain finché noi medici professionisti non prendiamo sul serio l’obesità, saremo inefficaci nel trattare le conseguenze biopsicosociali ed economiche che ne derivano. Definire l’obesità come una malattia è il primo passo verso la valutazione obiettiva dei fattori che la determinano e la sua prevenzione e cura». I motivi per cui l’obesità è da ritenere una malattia sono diversi: prima di tutto si associa a una compromissione della funzionalità dell’organismo; in secondo luogo, deriva dalla disfunzione di un complesso sistema di regolazione fisiologica, favorito da molteplici fattori particolarmente presenti nelle società odierne.

Infine, non bisogna dimenticare che l’obesità causa, peggiora o accelera più di 160 condizioni di comorbilità che si presentano come complicanze metaboliche, strutturali, infiammatorie, degenerative, neoplastiche o psicologiche dell’obesità stessa, influenzano significativamente la qualità della vita e anche la sua durata.

Affinché l’equivoco che l’obesità sia semplicemente una scelta possa essere superato, l’Associazione americana di endocrinologi clinici ha proposto di cambiargli il nome e ribattezzarla come “malattia cronica adiposa”, in modo che sia immediato riconoscere questa condizione come una minaccia per la salute reale e non solo come un problema estetico.

La vita in città: quali sono i pro e i contro ?

Il tema che affronteremo in questo articolo rappresenta una domanda che tutti noi, almeno una volta nella vita ci siamo posti, ma che resta tutt’ora senza risposta: meglio la vita in città o in campagna ? Nello specifico in questa sede tenteremo di analizzare queli sono i pro e i contro della vita in una grande città o metropoli. Prima di proseguire è fondamentale però precisare che, in merito a questo tema, molto dipende dalla personalità di ognuno di noi, dalle proprio abitudini, carattere e soprattutto dallo stile di vita che siamo abituati a tenere e che più ci fa comodo. Quindi prima di compiere una determinata scelta, che sia campagna o città, è bene conoscere prima di tutto noi stessi e le nostre abitudini di vita quotidiana.

Fatta questa doverosa premessa proviamo a definire quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi di chi abita in una grande città.

I vantaggi della vita in città

Sicuramente la vita in città è totalmente diversa e, per certi versi, opposta a quella di campagna. Per prima cosa dire città il più delle volte equivale a dire caos, ma non sempre c’è da intedere un’accezione negativa in questa definizione. La vita nelle metropoli infatti è tutt’altro che noisa e ogni giorno si ha la possibilità di fare qualcosa di diverso, che si tratti di una cena in un nuovo ristorante, un nuovo film in uscita nelle sale, un concerto in un pub, una particolare festa in piazza, una partita a bowling o un giro sulle giostre. La lista potrebbe essere davvero interminabile. E’ proprio questo il vantaggio principale delle grandi città, ovvero la possibilità di fare qualsiasi cosa ci venga in mente, perchè tutto sarà disponibile a tutte le ore e a qualche minuto di macchina.

In città inoltre abbiamo la possibilità di vestirci come ci pare in quanto, dato l’elevato numero di persone con gusti, stili e tradizioni diverse, nessuno farà particolarmente caso al nostro abbigliamento. Anche per quanto riguarda il cibo, abbiamo la possibilità di provare qualsiasi tipo di cucina etnica, in quanto i ristoranti che offrono cucine di altre nazioni si trovano sparsi in varie parti della città. E inoltre, qualora non avessimo tanta voglia di metterci ai fornelli, avremo la possibilità di ordinare qualcosa da mangiare tramite telefono o app per smartphone ed attendere che il ragazzo delle spedizioni faccia “il lavoro sporco” al posto nostro.

E poi ancora, abbiamo la possibilità di spostarci con i mezzi di trasporto, lasciando a casa le auto, ci sono palestre, locali, ristoranti, negozi che vendono di tutto e di più ad ogni angolo e, cosa da non poco, supermercati aperti anche 24 ore al giorno.

Gli svantaggi di vivere in città

Ma non è tutto oro ciò che luccica. In città infatti potremo dire addio alla tranquillità, al silenzio e al relax. La vita delle grandi metropoli, come tutti ormai sapranno, è una vita frenetica, chiassosa e spesso molto confusionale. Ci ritroveremo a combattere con traffico, file chilometriche per entrare nel locale più in voga del momento e negozi super affollati per i saldi da poco disponibili. In città spesso i prodotti alimentari non sono sempre freschissimi e di alta qualità (al contrario della campagna), nonostante siano disponibili tutto l’anno. Ma il disagio maggiore è legato alle auto. C’è un forte rischio di imbattersi in multe per le varie zone ZTL, ecopass, parcheggi riservati, per non parlare delle difficoltà che si riscontrano per trovare parcheggio o per guidare nel traffico, soprattutto se il semaforo è verde e non partite all’istante.

Ultimo, ma non per importanza, è l’inquinamento. In città i livelli di inquinamento (del suolo, dell’aria, idrico e acustico) sono notevolmente più altri rispetto alla campagna, con ripercussioni importanti sulla salute degli individui.

Quanto è importante lo sport per i bambini

Le vacanze sono quasi al termine, Settembre si avvicina e tutti i bambini stanno per ritornare tra i banchi di scuola. Tornano i compiti, si rincontrano gli amici e si riparte con la solita routne quotidiana. Oltre alla scuola però sarebbe molto consigliato impegnare i più piccoli anche in un’attività extrascolastica, magari anche più divertente e dinamica per loro: lo sport.

Perché i bambini dovrebbero praticare uno sport ?

L’attività sportiva è da sempre consigliata fin dalla più tenera età. Questo per varie ragioni, prima di tutto rappresenta il modo più efficace ed efficiente per irrobustire il fisico dei bambini durante la loro crescita. Si rafforzano i muscoli e la struttura ossea e si prevengono quindi anche molte patologie derivanti da una vita sedentaria e monotona (resa ancora più tale dall’uso sempre più intensivo che i bambini fanno di apparecchiature tecnologiche come smartphone, tablet, PC e console da gioco), soprattutto quelle legate all’alimentazione ed al peso. Condizione quest’ultima che purtroppo colpisce un numero elevato di bambini e bambine troppo spesso “parcheggiati” davanti agli schermi di una Tv.

Lo sport è un’ottima risposta anche allo stress, al senso di solitudine e aiuta a combattere ansia e depressione. Per queste ragione molto spesso i bambini che iniziano fin da subito un’attività sportiva hanno anche un rendimento migliore a scuola e sviluppano maggiormente le proprie capacità di apprendimento. Inoltre lo sport permette al bambino di immagazzinare un bagaglio di esperienze motorie che sarà prezioso per tutta la sua vita e che lo renderà avvantaggiato soprattutto nei confronti di chi, al contrario, non ha mai praticato un’attività sportiva.

Lo sport e la socializzazione

Altro motivo per il quale lo sport è molto utile per la crescita del bambino è legato agli aspetti della socialità e delle relazioni con altri. Praticare un’attività fisica infatti, specialmente quelle di gruppo e di squadra, aiuta fin da subito i bambini a relazionarsi con i loro pari, a giocare, a divertirsi insieme e a fare squadra per il raggiungimento degli obbiettivi del proprio team. Così facendo i bambini acquisiscono un senso di responsabilità maggiore che li spingerà ad impegnarsi sempre di più per aiutare i propri compagni di squadra e condurli alla vittoria. L’importante però è che ci sia sempre una sana competizione e che sia ben chiaro a tutti che lo scopo principale di un’attività sportiva, specialmente a quell’età, è soprattutto quello di divertirsi al di là del risultato.

Per assolvere a questa regola importante è fondamentale la presenza costante dei genitori, i quali dovrebbero interessarsi costantemente alle attività del proprio piccolo, accompagnandolo e controllandolo durante tutto il percorso sportivo. Altra figura chiave è anche quella dell’istruttore, che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per il bambino. Si tratta di una figura che deve spingersi oltre il mero insegnamento tecnico della disciplina ma che, al contrario, deve avere ottime capacità empatiche, deve essere in grado di relazionarsi con i bambini, ascoltarli, capirli e far nascere in loro un sano amore per lo sport, attraverso la motivazione e il sostegno durante gli allenamenti.

I 7 benefici principali

Abbiamo già visto come l’attività sportiva per i più piccoli abbia un’importanza fondamentale. Sono numerosi, infatti, i benefici derivanti da un’attività fisica nella più giovane età. Tra tutti i 7 più importanti sono:

  • Sviluppa le competenze sociali: grazie allo sport, soprattutto quelli di squadra, i bambini sono in grado di vincere la loro timidezza e rapportarsi agli altri in modo più semplice e naturale. Questa interazione è animata da sentimenti comuni a tutti i componenti del gruppo, come lo spirito di squadra, il cameratismo, la fedeltà reciproca e soprattutto la voglia di divertirsi.
  • Desiderio di migliorarsi: grazie all’attività fisica si sviluppa nel bambino un forte desiderio di migliorare le proprio abilità, diventando sempre più bravo nello sport che pratica, sia per soddisfazione personale sia per fini agonistici.
  • Le regole: con lo sport i bambini percepiscono maggiormente l’importanza delle regole, che sono identiche per tutti i componenti della squadra e che devono essere rispettate per non essere esclusi dal gruppo.
  • L’igiene: sembra strano ma l’attività sportiva migliora anche il senso dell’igiene nei bambini. Essi imparano infatti che dopo un’attività fisica è importante curare la propria igiene, per rispetto di se stessi ma soprattutto degli altri.
  • Prevenzione dell’obesità: grazie ad uno stile di vita più dinamico ed attivo
  • Favorisce il sonno: dopo un’intensa seduta di allenamento non c’è nulla di meglio di un bel riposino rigenerante
  • Migliora l’elasticità dei muscoli, la forza e la postura

Siamo quello che mangiamo

Il nostro organismo cresce e si sviluppa in seguito agli alimenti che ingeriamo. Si può dire, come già proposto nel titolo di questo passo, che “siamo quello che mangiamo“. Si tratta di un’affermazione che rispetta il concetto secondo il quale una sana e corretta alimentazione è la chiave fondamentale per lo sviluppo di un corpo altrettanto sano e forte.  Il nostro organismo infatti è l’espressione della qualità della nostra alimentazione, e rispecchia perfettamente le proprietà degli alimenti che ingeriamo, cuciniamo e assimiliamo. Per questa ragione è davvero importante seguire una dieta corretta e che ci fornisca tutte le sostanze nutrienti di cui il nostro corpo necessita per svilupparsi e crescere sano. Uno stile alimentare scorretto infatti può accrescere enormemente il rischio di malattie per il nostro organismo, alcune delle qualli potrebbero rivelarsi fatali per la nostra esistenza.

Una sana alimentazione

Come già detto, il nostro corpo è espressione di ciò che ingeriamo. Affinchè quest’ultimo possa svilupparsi sano e forte occorre che la nostra alimentazione sia completa, varia e soprattutto contenga i nutrienti fondamentali per la nostra crescita. Frutta, verdura, cereali e proteine nobili sono solo alcuni degli alimenti consigliati per il nostro fabbisogno quotidiano di vitamine, sali minerali, proteine e altre sostanze che giovano alla salute del nostro organismo. Una corretta alimentazione è anche un’arma decisiva per la prevenzione (e/o la cura) di alcunepatologie molto pericolose per il nostro corpo, come l’obesità, malattie cardiocircolatorie, diabete, malattie metaboliche ed alcune forme di tumore.

Questo perchè ogni prodotto della terra porta specifici benefici a un particolare organo del nostro corpo e, spesso, il caso vuole che essi assomiglino vagamente all’organo al quale portano giovamento: come le noci, la cui forma è inconfondibilmente simile a quella del nostro cervello, ed è proprio a quest’ultimo che portano grandi benefici grazie alle sostanze contenute al loro interno come Omega-3, antiossidanti, acido folico e vitamina E; o come il pomodoro, che assomiglia al cuore più di qualunque altro alimento, ricco di licopene, ottimo nutriente per il cuore e per il sangue; i funghi, la cui porzione laterale è estremamente simile alla forma dell’orecchio umano, contengono vitamina D, importante per la prevenzione della perdita dell’udito; e infine l’avocado, che ricorda simbolicamente l’utero femminile, che è in grado di bilanciare gli ormoni e prevenire il cancro al collo dell’utero.

L’arte della cucina

Questi sono solo alcuni esempi che ci rendono consapevoli di quanto siano strettamente collegati i concetti di sana alimentazione e benessere dell’organismo. Ovviamente molti di questi alimenti non vengono assunti dall’uomo così come si raccolgono in natura, ma passano attraversi la pratica della cucina, anch’essa di grande importanza. Cucinare infatti signfica trasformare i prodotti della natura in cibi salutari che ne mantengono inalterate le proprietà originarie e ne esaltano il gusto, celebrando i nostri sensi. La cucina da sempre ha avuto per l’uomo un forte valore simbolico, e la figura del cuoco (o dello chef ) è diventata sempre più ricercata ed apprezzata in ogni parte del mondo, soprattutto se si tratta di una cucina “sana” che predilige alimenti con pochi grassi e dall’alto valore nutritivo per l’organismo.

 

La dieta per la prevenzione e cura dei tumori

È ormai provato che troppi zuccheri, carne e cibi raffinati aumentano il rischio di ammalarci, mentre cereali integrali e verdure ci proteggono.

Ma che tipo di dieta si può consigliare a un malato di tumore? Indicazioni e linee guida sull’alimentazione e sugli stili di vita da tenere, che richiamano quelle del Codice Europeo contro il cancro e si rifanno agli studi sugli effetti dell’alimentazione sulla prevenzione, progressione e cura della malattia.

Che tipo di dieta si può consigliare dunque a un malato di tumore in base a quello che si sa oggi mantenersi snelli e provato che chi è in sovrappeso si ammala di più e se ammalato ha più difficoltà a guarire.
Particolarmente pericoloso sembra essere il grasso depositato all’interno dell’addome quindi importante è mantenersi snelli ma soprattutto che la circonferenza vita non sia più di 80 88 cm nelle donne 94-102 negli uomini una restrizione calorica senza manutenzione di circa il 25 -30% di calorie in meno petto ad una dieta ad libitum prolunga invece la vita e riduce l’incidenza del cancro negli animali nel caso dei malati di cancro però la restrizione calorica non è sufficiente se non è associata anche a restrizione proteica naturalmente rimane che sei malato e denutrito occorre nutrirlo cosa talvolta difficile perché i tumori in stato avanzato causano spesso anoressia la perdita di peso dei malati di tumore dipenderebbe soprattutto dalla produzione di sostanze infiammatorie da parte del tumore come vedremo più avanti con la dieta però si può fare molto per ridurre questo stato fare esercizio fisico un’altra conoscenza ripetutamente confermata e chichi fa esercizio fisico si ammala meno e che gli ammalati che praticano esercizio fisico hanno una prognosi migliore si raccomanda pertanto di fare ogni giorno una passeggiata con passo vivace per almeno 30 minuti consecutivi oppure e un’ora di palestra o di sport almeno a giorni alterni tenere bassa la glicemia anche la glicemia alta è un fattore di rischio per mantenerla livelli bassi bisogna evitare le farine raffinate 00 e 0 il pane bianco I dolciumi commerciali le patate il riso bianco I fiocchi di mais la frutta molto zuccherina evitare lo zucchero lo sciroppo di glucosio e fruttosio e abituarsi progressivamente agustin meno dolci evitare inoltre i cibi ricchi di grassi saturi carni rosse salumi e formaggi mangiare invece regolarmente cereali integrali meglio se associati alle gummy verdure semi e frutti oleaginosi tenere bassa l’insulina oltre ai cibi a basso indice glicemico è meglio evitare il latte anche scremato che fa aumentare l’insulina tenere bassi I fattori di crescita evitare il latte ed evitare I cibi molto ricchi di proteine soprattutto animali ma anche le proteine vegetali come legumi pur presenti in ogni pasto devono essere consumate con moderazione non ci sono controindicazioni nemmeno per un consumo moderato di prodotti tradizionali di soia miso tofu tempeh tenere bassi i livelli di infiammazione favoriscono l’infiammazione tutti i cibi animali eccetto il pesce meglio se di piccola taglia perché i pesci grandi sono molto più inquinati hanno invece azione antiinfiammatoria i cereali integrali e molti altri alimenti vegetali in particolare quelli che contengono grassi omega 3 i semi di lino la soia le erbe selvatiche le cipolle e le mele e in generale alle verdure con l’eccezione delle solanacee pomodori melanzane e peperoni che è meglio evitare è prudente inoltre evitare I cibi ricchi di poliammine sostanze indispensabili alla proliferazione cellulare I pomodori le melanzane i peperoni gli agrumi le banane e kiwi e i frutti tropicali ci sono sempre più indicazioni invece che brevi periodi di digiuno cioè un paio di giorni a settimana possono aumentare l’efficacia delle terapie oncologiche in sintesi quindi possiamo dire che le raccomandazioni coincidono con quelle per la prevenzione dei tumori del fondo mondiale per la ricerca sul cancro che oggi sono state riprese dal codice europeo contro il cancro anche se con le precisazioni viste riguardo ad alcuni frutti e verdure da evitare.