Recentemente ho avuto il piacere di partecipare ad un webinar su: “Taijiquan e malattia di Parkinson” organizzato congiuntamente dalla dr.ssa Anna Michela Vitulano, Presidente dell’Associazione Parkinson Parthenope, dal Prof.Ennio Del Giudice, già Direttore della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nonché Presidente dell’Associazione no profit Neapolitan Brain Group e da me: Maestro Jia Jingquan, Ambasciatore per la diffusione internazionale della cultura del Taijiquan.
Dopo gli iniziali indirizzi di saluto c’è stato un interessante intervento del Prof. Alessandro Tessitore, docente di Neurologia presso la Scuola di Medicina dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Direttore del Centro Malattia di Parkinson e Disturbi del Movimento. Si è ribadito che in letteratura esistono circa 2.500 studi che dimostrano la valenza preventiva/curativa del Taijjiquan in moltissime patologie croniche. Il Prof. Ennio Del Giudice che ha tenuto una relazione sul tema: “Il Tai Ji Quan per le persone con malattia di Parkinson: evidenze dalla letteratura scientifica”, tra i circa 150 lavori riportati su PubMed che riguardano Taijiquan e malattia di Parkinson, ne ha illustrato in particolare uno, pubblicato sulla prestigiosa rivista medica The New England Journal of Medicine, in cui un gruppo di pazienti già in terapia farmacologica ha praticato per un periodo di 3-6 mesi uno specifico programma di Taijiquan conseguendo notevoli miglioramenti in particolare sul tremore, il controllo della postura e dell’equilibrio con riduzione del numero di cadute: è stato anche registrato un beneficio relativo alle funzioni cognitive.
Dopo la relazione del Prof. Del Giudice che, con dovizia di dati, ha illustrato come la pratica di questa antica disciplina agisca beneficamente sulla salute umana, il mio personale intervento ha cercato di spiegare il motivo per il quale si possono ottenere tali risultati.
Il Taijiquan è un’antica disciplina marziale cinese che integra lo sviluppo del carattere e della forma fisica e il confronto personale proprio delle arti marziali generando una attività energetica speciale. Racchiude in sé principi storico filosofici che rimandano al buddismo, al confucianesimo e in larga misura al taoismo. La sintesi di tutto questo si esprime in un movimento di grande bellezza che stimola il senso estetico sia dei praticanti, sia degli osservatori. Tale peculiarità è stata universalmente riconosciuta il 17 dicembre 2020 quando l’UNESCO ha inserito questa arte nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Il Taijiquan integra fortemente la coscienza del sé e l’attenzione consapevole con i movimenti corporei (articolazioni, muscoli, organi interni). La pratica fisica con movimenti leggeri, costanti e “a spirale” unita alla respirazione addominale e alla concentrazione mentale sollecita i vari sistemi del corpo. Questa sinergia stimola il transito del sangue e dei liquidi corporei e promuove il potenziamento del Qi (così nella Medicina Tradizionale Cinese viene denominata l’energia vitale) e attiva, in questo modo, le naturali funzioni di autoguarigione. Quando la mente è calma e il corpo è rilassato, il sistema nervoso è in grado di generare impulsi che producono un movimento senza automatismi, costantemente guidato dalla intenzione e dalla consapevolezza del proprio corpo nello spazio: un movimento efficiente, equilibrato e coordinato.
Nello specifico, quando si pratica il Taijiquan , si è costretti a mantenere la mente tranquilla, a respirare in modo naturale, a guardarsi mentalmente dentro e a mantenere il corpo in corretto equilibrio. Dopo aver iniziato l’esercizio, i movimenti dovrebbero essere delicati e lenti, coerenti e coordinati, guidati da una vigile attenzione per mantenere stabile il centro di gravità. Poi si procede per gradi, dal facile al difficile, dal lento al veloce, in modo tale che il corpo possa progressivamente affrontare una gamma completa di esercizi.
Il Taijiquan veniva utilizzato nell’antichità per l’autodifesa e il combattimento. Oggi possiamo utilizzare questo prezioso patrimonio culturale dell’umanità nella gestione olistica di svariate patologie: in particolare, sembra giovarsene il morbo di Parkinson nella misura in cui il Taijiquan è molto diverso da altre forme di attività motoria, come la ginnastica artistica, la danza, la stessa fisioterapia, etc. Poiché il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, le caratteristiche proprie del movimento del Taijiquan possono alleviare efficacemente i suoi sintomi: tremori precoci, rigidità degli arti, ipocinesia e anomalie dell’andatura, cadute e problemi cognitivi e comportamentali. Sintomi che possono migliorare in maniera consistente e duratura in tutte le patologie di lieve e media entità, come anche dimostrato da studi rigorosi in ambito statunitense e britannico.
In base alla mia esperienza con persone affette da malattia di Parkinson, ho potuto mettere a punto un metodo che mediante l’impiego di tecniche di Taijiquan e Qigong consente di ottenere, in tempi relativamente brevi, buoni risultati. Con questo approccio, che migliora significativamente coordinazione ed equilibrio lavorando sulla concentrazione-visualizzazione interna, in un tempo ragionevolmente breve si può ridurre il numero delle cadute e l’entità del tremore permettendo quindi al paziente di recuperare una certa autonomia funzionale: autonomia che si riflette anche a livello psicologico con una maggiore autostima.
Alcune tecniche proposte per i pazienti con Parkinson:
- Regolazione posturale e respirazione
- Cinque tecniche di automassaggio (shuai shou gong – tecniche antiche modificate da me)
- Movimenti articolari di tutto il corpo (nuove tecniche create da me)
- Avvolgere il filo di seta( chan si gong): esercizi di base della pratica del per accrescere la coordinazione e migliorare la circolazione del sangue e la Taijiquan mobilità delle giunture
- Sei esercizi dell’energia del fuoco (pratica creata da me per stimolare l’energia interna)
- Cinque respirazioni (esercizio creato da me per aumentare capacità polmonare, coordinazione e equilibrio)
- Taijiquan stile Chen, Forma 9
Con queste semplici tecniche ripetute più volte, secondo la mia esperienza, si possono ottenere risultati visibili ed evidenti già dopo alcune settimane di pratica. Il tipo di insegnamento è tarato in base allo stato del paziente. Nelle forme lievi, la lezione può essere collettiva, negli stadi più avanzati della malattia, invece, sarà indispensabile una forma di insegnamento individuale.
Credo si possa affermare che la pratica del Taijiquan, in molti casi, consenta di ottenere un netto miglioramento della qualità di vita in particolare nelle persone con disabilità motoria, quali i pazienti con malattia di Parkinson.
Maestro Jia Jingquan